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STORIE DI VOLONTARIATO

"Sono arrivato al Telefono Amico per salvare le persone, ma alla fine le persone hanno salvato me! Mi viene in mente una parola: umanità. Tanto nelle telefonate, soprattutto quelle più complicate, quanto nel rapporto con il gruppo di volontari, un'occasione unica per confrontarsi con ciò che è diverso da te, talvolta in maniera radicale, per provare a capirlo, e soprattutto imparare ad accettarlo, senza volerlo cambiare. Ad un certo punto il processo si inverte: la molla del cambiamento e del lavoro si sposta su te stesso, comincia a far parte di te, e se sei fortunato è solo l'inizio di un percorso destinato a non finire mai."

- D.

Che strano il turno di notte...ti alzi che è buio ..non ci sono rumori...ti lavi la faccia...ti vesti...a dire il vero sono tornato tardi e sono andato a letto vestito...ho giusto messo le scarpe ed il giubbotto...scendi e in giro non si vede anima viva...che strano il turno di notte ..c'è un rider...ma chi ordina una pizza alle 3 di notte...per strada poca gente... pochissima.. un bar per un caffè neanche a parlarne...il fiume diventa la sua marcia lenta quasi senza fare rumore...ad un tratto vedi delle persone...volti accesi ancora dalle luci di una discoteca tornano a casa ...chissà se si sono divertiti...sono le 3...do il cambio ai miei amici... comincio il turno...squilla subito...che strano il turno di notte.

- L.

Era un periodo nero della mia vita. La mattina facevo fatica persino ad alzarmi, non avevo la motivazione per fare nulla. Ho deciso di provare qualcosa di nuovo, e cercando online ho trovato il Telefono Amico. Proviamo, mi sono detta, non mi costa nulla.


Sono qui da anni ormai. Spesso è impegnativo, di sicuro è sfidante, ma sono quelle ore della settimana che non scambierei con nulla. Ho trovato la mia bolla, quella in cui sento di fare qualcosa di buono.

- S.

Curiosità e una sorta di spinta interiore sono state il primo potente richiamo che ho avvertito leggendo una mail di informazione su un corso tenuto dal Telefono Amico per i nuovi volontari. Quel forte senso di attesa e di gratitudine mi hanno accompagnato lungo questo incredibile percorso senza mai abbandonarmi. Provando a stare in ascolto di chi ci chiama ho talvolta sperimentato tensione, fatica, senso di inadeguatezza e impotenza, ma anche una profonda gioia per ciò che vivo come un immenso privilegio: accogliere le vite degli altri che ci fanno dono del loro mondo emotivo. Un privilegio democratico (è offerto inizialmente a tutti gli aspiranti volontari) ma per nulla scontato, perché credo che la strada per introiettare i principi di questo servizio sia lunghissima e richieda un’adesione umile e tenace. Una sfida che, un po' come la vita, non smette mai di mettermi alla prova ma che, come una palestra, restituisce un senso a questo mio percorso.

- M.

Ho conosciuto il Telefono Amico tramite un'amica, la prima cosa che mi ha colpito è stato lo slogan che pubblicizzava il corso "Telefono Amico, un modo diverso di comunicare". Devo ammettere che ho iniziato per fare qualcosa per gli altri e mi sono ritrovato a fare qualcosa per me stesso. Mi ha fatto crescere, mi ha insegnato "un modo diverso di comunicare", mi ha dato la fortuna di conoscere delle belle persone con alcune delle quali è nata una bellissima amicizia, mi ha insegnato ad ascoltare, mi ha fatto capire l'importanza di esserci. Il Telefono Amico è stata un’ottima palestra di vita. Ringrazio i miei formatori, i miei colleghi volontari con la quale ho condiviso un percorso. Grazie anche a tutti quelli che in futuro contribuiranno a tenere attivo questo servizio.

- R.

Quasi nove anni al Telefono Amico. Un periodo lungo e breve allo stesso tempo. Un viaggio iniziato dopo averci pensato a lungo, senza saperne nulla, ma avvertendone una naturale attrazione non ben definita. Da subito subendone il fascino, in seguito innamorandomene proprio. Luogo delle emozioni, luogo del sentire, luogo "sacro", quindi da proteggere. Un incontro con l’altro, ma prima ancora un incontro con me stessa. Una discesa nell'io più profondo per arrivare in punta di piedi a quel dolore, quella solitudine, quell’angoscia che nonostante tutto sono vita pulsante e che pian piano hanno arricchito la mia capacità di sentire. Mondo che non avrei mai potuto conoscere senza questo ascolto sincero e autentico. Incontro di voci, la mia, la sua, che cambiano col mutare delle emozioni. Fatica? A volte. Gratitudine di chi ci chiama? Non sempre. Frustrazione? Sono fortunata, poca. Fiducia? Tanta. Si confidano, si affidano, a modo loro si fidano. Sento di esserci e questo mi basta per rimanerci.

- F.

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